Come rivelato dalle tracce trovate nelle sue pipe, Shakespeare: il drammaturgo più famoso di sempre, consumava marijuana, che potrebbe aver ispirato anche alcune delle sue opere più note.
Ad evidenziarlo è uno studio guidato dal professore dell'Università di Witwatersrand (Johannesburg, Sud Africa) Francis Thackeray, che ha analizzato le ciotole e i fusti delle pipe rinvenuti nel suo giardino.
Trovate tracce di marijuana nelle pipe di Shakespeare: lo studio
"I risultati hanno rilevato la presenza di cannabis in otto campioni, di nicotina in almeno un campione e di cocaina peruviana in due campioni", si legge dall'astratto dello studio.
In epoca elisabettiana infatti, era molto comune tra gli artisti sostituire il classico tabacco con delle sostanza capaci di stimolare la creatività.
Ma per il professor Thackeray, "Shakespeare potrebbe essere stato consapevole degli effetti deleteri della cocaina - e prediligeva - la cannabis come stimolante naturale per la mente".
Per gli studiosi, la preferenza del poeta è espressa nel sonetto 76, dove scrive di "invenzione in un'erba nota". Che "può essere interpretato nel senso che Shakespeare era disposto a usare la cannabis per la scrittura creativa".
Sempre nello stesso sonetto, infatti, "si legge che preferirebbe non essere associato a 'composti strani', il che può essere interpretato, almeno potenzialmente, come 'strane droghe' (forse cocaina)", sottolineano i ricercatori.
* Foto di Tim Wildsmith su Unsplash