La Cassazione "boccia" il nuovo Codice della Strada

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Una sentenza della Cassazione che "smonta" due punti fondamentali del nuovo Codice della Strada: l'alterazione psicofisica e i test antidroga. Potrebbe cambiare (di nuovo) le regole del gioco?

Corte Cassazione nuovo Codice della Strada

Nuovo Codice della Strada: perché è così pericoloso

Entrato in vigore lo scorso 14 dicembre, il nuovo Codice della Strada di Salvini prevede che non si debba più provare lo stato di alterazione alla guida. Bensì, per far scattare le sanzioni, è sufficiente un semplice test della saliva positivo.

Il problema di tutto ciò? Il THC resta nell'organismo per diversi dopo l'ultima assunzione. Quindi, possiamo risultare positivi anche se siamo perfettamente lucidi alla guida.

Se da un lato sempre più consumatori si stanno munendo di un pulitore salivare, che può rimuovere il THC dalla saliva in pochi minuti e non farci uscire positivi, dall'altro la sentenza della Cassazione potrebbe ribaltare completamente la situazione.

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Cosa dice la sentenza della Cassazione

Anche se fa riferimento, la recente sentenza della Cassazione n. 2020/2025 ribalta due aspetti fondamentali anche della nuova legge.

Anzitutto, la Corte ha stabilito che: "che gli esami ematici (del sangue, ndr) hanno un'affidabilità di gran lunga maggiore, rilevando la presenza di sostanze che, al momento dell'accertamento, per il fatto di essere in circolazione nel sangue, sono suscettibili di provocare lo stato di alterazione richiesto dalla norma incriminatrice".

La sentenza, inoltre, ha chiarito che un semplice test positivo non è sufficiente per provare l'alterazione psicofisica del conducente, ma è necessario valutare il comportamento del guidatore nella sua interezza.

Gli agenti infatti, devono considerare anche fattori come la coordinazione dei movimenti, il linguaggio e lo stato emotivo della persona (se è agitata o euforica), per accertarsi che il conducente non stia guidando sotto l'effetto di sostanze che ne compromettono (realmente) la capacità di controllo del veicolo.

Insomma, anche se la sentenza non fa riferimento alla riforma del codice della strada attuale, ha sollevato nuovi dubbi sull'efficacia delle misure introdotte. Dubbi che, implicitamente, suggeriscono una possibile modifica legislativa.

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