Chi cede una canna verrà punito allo stesso modo di chi spaccia grandi quantità di stupefacenti. L'emendamento di Fratelli d'Italia, voluto dal Senatore Marco Lisei, ha tentato di eliminare l'attenuante di "lieve entità" per tutti i casi in cui ci sia un passaggio di denaro. Mettendo quindi sullo stesso piano un consumatore che fa un favore e un narcotrafficante.
Il testo chiedeva di modificare l'articolo 73 del Testo unico sugli stupefacenti. Articolo che oggi prevede pene ridotte per chi produce, passa, vende o cede stupefacenti secondo "lieve entità".
Infatti, mentre per lo spaccio è prevista una pena che va dai 6 ai 20 anni di carcere, per lieve entità si va dai 6 mesi ai 4 anni. Stessa cosa per la multa, che scende dai 26mila-260mila euro a 1.032-10.329 euro.
Per fortuna però, dopo un parere iniziale favorevole, il governo ha fatto un passo indietro, presentando un nuovo emendamento che mantiene la fattispecie di lieve entità, ma ne aumenta però la pena minima prevista. Dai 6 mesi infatti sopracitati si passerà a un minimo di 18.
Rimuovere la lieve entità significa criminalizzare (ulteriormente) i semplici consumatori
Fratelli d'Italia voleva condannare tutti i casi in cui c'era uno scambio di denaro, dichiarando che "non possono considerarsi di lieve entità i fatti con finalità di lucro".
Dal canto suo invece, il Segretario di +Europa Riccardo Magi aveva definito la proposta una "follia giuridica", sottolineando che: "Già oggi in sette casi su dieci si finisce in carcere, pur con l'applicazione della lieve entità. La misura quindi "favorirà ancora di più l'ingresso in carcere di moltissimi consumatori che magari hanno acquistato insieme ad altri la sostanza. Non limiterà il consumo di sostanze e non diminuirà la loro circolazione, né intaccherà gli interessi delle grandi organizzazioni che ne controllano il traffico".
Infine, il capogruppo del Pd in commissione Giustizia Alfredo Bazoli, aveva commentato: "Così si mettono sullo stesso piano Pablo Escobar e lo studente che si rivende una canna al compagno. Salta il principio di proporzionalità, ed è palesemente incostituzionale. Oltretutto finiamo per riempire le carceri italiane di studenti un po' incauti".