Il Tar ha confermato la sospensione del decreto che inseriva le preparazioni orali a base di CBD nella tabella dei medicinali stupefacenti. Ciò significa che si possono continuare a vendere liberamente i prodotti che contengono il cannabinoide, senza il bisogno di recarsi in farmacia con una prescrizione medica.
"Non appaiono configurarsi, allo stato di fatto, imminenti rischi per la tutela della salute pubblica - hanno evidenziato i giudici, e quindi “sussistono i presupposti per la sospensione del provvedimento gravato, con fissazione a breve del merito in ragione della rilevanza della questione alla prima udienza pubblica disponibile da calendario della sezione”. Udienza fissato per il 16 gennaio 2024.
Tar: sospeso il decreto sul CBD
Il Tar, che ha accolto il ricorso promosso dall'Associazione Imprenditori Canapa Italia (ICI), ha individuato nel decreto “vizi di carenza istruttoria” e “vizio di motivazione”. Confermando che non sono stati riscontrati pericoli di una possibile dipendenza da CBD, né fisica né psichica.
Infine, sempre i giudici, hanno sottolineato che "gli effetti del decreto non appaiono risolversi in un mero pregiudizio economico, ma sembrano comportare, altresì, importanti ricadute in termini di riorganizzazione e di riassetto, onde non incorrere in responsabilità tra cui in particolare quella penale, degli operatori di un intero settore nei quali la stessa incertezza delle scelte amministrative ha ingenerato un legittimo affidamento”.
"Siamo entusiasti della conferma della sospensione perché l’applicazione del decreto avrebbe limitato la vendita di prodotti di CBD al solo circuito farmaceutico, provocando anche una crisi dell’intero settore produttivo della canapa industriale, che oggi in Italia conta 3mila aziende e 10mila persone al lavoro", esulta il Presidente dell'ICI Raffaele Desiante.
"Continueremo a impegnarci nei modi e nei luoghi opportuni per una regolamentazione chiara che tenga conto della tutela del consumatore, lo sviluppo e il consolidamento del settore della canapa industriale e dell'accesso a questi prodotti da parte di tutti a un prezzo equo", ha concluso Desiante.
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