La guerra alla canapa del governo Meloni continua. Con un nuovo decreto, pubblicato lo scorso 6 luglio sulla Gazzetta Ufficiale, che inserirebbe il CBD tra gli stupefacenti.
Un provvedimento che potrebbe entrare in vigore tra meno di 30 giorni, mettendo in ginocchio sia il settore verde italiano, sia tutti i consumatori che beneficiano quotidianamente di questi prodotti.
CBD stupefacente: cosa prevede il decreto del governo
Senza neanche aspettare la decisione del TAR sulla vecchia ordinanza, il governo ha presentato un nuovo decreto con lo stesso obiettivo: inserire le preparazioni orali a base di CBD nella tabella degli stupefacenti.
Una manovra surreale, che porterebbe l'Italia ad essere l'unico Paese al mondo a considerare il CBD uno stupefacente.
Sopratutto dopo la raccomandazione dell'OMS del 2020, citata anche nel testo del decreto, che invitava tutti gli Stati membri a non inserire i prodotti a base di CBD in nessuna tabella a livello internazionale.
E ancora, la sentenza della Corte di Giustizia del 2020. Che aveva confermato che il CBD non può essere considerato stupefacente e che quello prodotto da uno Stato membro può circolare liberamente anche negli altri.
Noi come sempre vi terremo aggiornati. Convinti che tutte le associazioni di settore si attiveranno per fermare l'ennesima follia di questo governo.