CBD e alcol: come il cannabidolo può combatterne la dipendenza

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In Italia, sono circa 8,6 milioni i consumatori che rischiano una dipendenza da alcol, oltre 60mila gli alcoldipendenti presi in carico dai servizi sanitari specializzati e 17mila le persone che muoiono ogni anno a causa dell'alcol.

Smettere con una sostanza, sopratutto se ne si è dipendenti, è un percorso impegnativo pieno di insidie. La ricerca suggerisce che il CBD, noto per i suoi effetti terapeutici, può aiutare a ridurre il consumo di alcol e i conseguenti danni all'organismo.

CBD e dipendenza da alcol

Il CBD, o cannabidiolo, è una molecole presenta in grandi quantità nella pianta di cannabis e che, a differenza del THC, non ha effetti droganti e non genera dipendenza, anzi, viene spesso impiegato per uscirne.

Come l'alcol influenza il sistema endocannabinoide

Tutti noi possediamo un sistema endocannabinoide (SEC), composto da cannabinoidi endogeni, simili ai fitocannabinoidi della cannabis, recettori CB1 e CB2 ed enzimi, che si occupa dell'omeostasi. Ossia di mantenere l'equilibrio interno dell'organismo.

In uno studio del 2007 condotto sui ratti è stato scoperto che il consumo di alcol, sia a breve che a lungo termine, influisce sui livelli di endocannabinoidi nel cervello degli animali presi in esame. In particolare nelle aree del cervello legate alle emozioni e a quelle associate al disturbo da uso di alcol (AUD).

Un altro studio del 2005 suggerisce che il sistema endocannabinoide gioca un ruolo importante nel disturbo da uso di alcol tanto che, gli autori della ricerca, hanno sottolineato l'importanza di approfondire tali ricerche per aiutare gli esperti a formulare delle terapie valide per tale condizione.

Il CBD può ridurre il consumo di alcol?

Nonostante gli studi a disposizione siano ancora nettamente limitati, le prime ricerche mostrano che il CBD può essere impiegato per trattare la dipendenza da alcol, riducendone il desiderio e gli effetti negativi sull'individuo.

Uno studio del 2019 ha analizzato il CBD poiché, come suggeriscono i dati sperimentali, potrebbe essere utilizzato nel disturbo da uso di alcol (AUD) e per proteggere il fegato e il cervello dai danni derivanti da un consumo eccessivo.

Come si legge, "il CBD potrebbe ridurre direttamente il consumo di alcol nei soggetti con AUD e, riducendo i processi di steatosi nel fegato e i danni cerebrali entrambi correlati all'alcol, il CBD potrebbe migliorare gli esiti sia epatici che neurocognitivi nei soggetti con AUD".

Il cannabidiolo per controllare il desiderio di alcol

Da uno studio del 2021, condotto su 120 persone che facevano uso sia di alcol che di cannabis, è emerso che coloro che assumevano CBD bevevano complessivamente un numero inferiore di giorni e, quando lo facevano, consumavano meno alcol degli altri. Ciò suggerisce che il CBD può frenare il desiderio ossessivo compulsivo di assumere costantemente alcol.

Inoltre, il CBD agisce mitigando i sintomi dell'astinenza da alcol. Favorisce il rilassamento naturale del corpo, placa l'ansia e l'insonnia. Dalle proprietà antiemetiche, combatte efficacemente la sensazione di rigetto. E' ovvio che, riuscendo a limitare gli effetti annessi a una dipendenza da alcol, sarà anche più facile farne a meno.

Il CBD per limitare i danni epatici dell'alcol

Il consumo eccessivo di alcolici mette a dura prova l'organismo e a lungo termine può portare all'epatite, o epatopatia, alcolica. Ossia un processo infiammatorio progressivo ai danni del fegato.

Ed ecco che il CBD, secondo una revisione del 2019, oltre a ridurne il consumo nelle persone che soffrono di disturbi da uso di alcol, può anche prevenire l'infiammazione e i danni al fegato dovuti da un'assunzione prolungata e sproporzionata.

Il CBD ha effetti collaterali?

Il cannabidiolo è un prodotto sicuro e ben tollerato dall'organismo. Quando si parla di effetti collaterali del CBD si fa sempre riferimento a sintomi di natura lieve, come bocca secca, stanchezza e, in casi molto rari, vertigini e disturbi intestinali. Problemi che, preferendo solo prodotti CBD di qualità accompagnati da un uso consapevole, tendono a non presentarsi.

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