Cannabis in Giappone: un mercato da 150milioni di dollari

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Oltre 24 miliardi di yen (154 milioni di dollari) nel 2023. Il mercato della cannabis in Giappone sta crescendo esponenzialmente.

Lo conferma l'ultimo rapporto della società di ricerche Euromonitor International, evidenziato di recente dal The Japan Times.

Un fenomeno rivoluzionario spinto da due motivi principali:

  • la domanda sempre più alta di prodotti che contengono CBD
  • l'approvazione del Parlamento giapponese di una legge che vuole depenalizzare l'uso di prodotti medici derivanti dalla cannabis

CBD in Giappone: quasi 600mila consumatori

Migliorare la qualità del sonno e alleviare lo stress e l'ansia in modo naturale. Sono questi i benefici più apprezzati del CBD dai consumatori in Giappone, che sono quasi 600mila secondo le ultime stime.

Molti dei quali trovano nel CBD un'alternativa (valida e salutare) al tabacco e all'alcol. Da assumere quando si guarda un film o una serie tv per rilassarsi.

Prodotti al CBD commerciati principalmente sotto forma di integratori alimentari e cosmetici, nonché lozioni, oli e tanto altro.

Ma una legge approvata dal Parlamento giapponese lo scorso dicembre potrebbe cambiare velocemente le carte in tavole. E dare il via definitivo al mercato del CBD in Giappone.

Via al mercato del CBD in Giappone

Come confermato dal The Japan Times, la legge sopracitata andrebbe a depenalizzare l'uso di prodotti medici derivanti dalla cannabis. E non solo.

La proposta infatti, che potrebbe entrare in vigore già da quest'anno, potrebbe regolamentare il CBD in Giappone. Favorendone l'utilizzo legale in diversi settori: medico, benessere, bellezza e alimentare, con la vendita di bevande ed edibili.

"Il liquido contenente CBD (vapes) è il tipo di prodotto più comune, ma ci aspettiamo che le grandi aziende entrino nel mercato lanciando alimenti, bevande e integratori alimentari", ha commentato Aya Suzuki, analista senior di Euromonitor International.

Per un mercato del CBD fiorente però, è fondamentale definire delle linee guida che limitino il più possibile la diffusione di prodotti illeciti. Per dare spazio alle fonti legali e autorizzate.

"È normale che le aziende si riforniscano di ingredienti e prodotti contenenti CBD dall'estero. Tuttavia, è necessario trovare dei fornitori (esteri) affidabili", ha concluso Suzuki.

In quanto, "Molti imprenditori che importano ingredienti e prodotti hanno visto le loro confezioni scartate (dalle autorità doganali) a causa del rilevamento di THC al loro interno o del sospetto che contenessero THC".

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