La canapa, oltre a quelli economici e sociali, ha enormi benefici ambientali. È una fonte inesauribile di energia rinnovabile, riduce l'inquinamento, risana l'aria e i terreni dove viene coltivata, ed è una risorsa sui cui poter costruire una società più ecosostenibile.
Assorbe CO2 e risana l'aria
Secondo un recente studio newyorkese, la canapa, all'interno delle sue fibre, può assorbire permanentemente i gas serra contenuti nell’atmosfera. È stato scoperto che appena un acro di piante di cannabis (2500 mq) può immagazzinare fino a 3 tonnellate di carbonio, rimuovendone più di 7 dall’atmosfera e riducendo significativamente le emissioni che alterano il clima.
Inoltre, la canapa cattura fino a 4 volte la CO2 immagazzinata dagli alberi. Una proprietà che mantiene anche quando impiegata in campo edile. Si stima infatti che, mentre l’edilizia tradizionale incide per il 30/40% sulle emissioni di CO2, la produzione di canapa e calce è carbon negative: ossia toglie più CO2 dall'ambiente di quanta ne verrebbe emessa lavorandola.
Infine, contrariamente al cemento tradizionale che, solo in Europa, è legato a un terzo dei rifiuti totali prodotti, i bio-mattoni di canapa sono biodegradabili e perfettamente riciclabili.
Limita il consumo di acqua e pesticidi
Il cotone, viste le sue caratteristiche naturali che lo rendono particolarmente versatile, è il materiale più utilizzato nell’industria della moda. Allo stesso tempo però, la sua coltivazione richiede un uso smodato di risorse idriche e pesticidi, che la classificano tra le colture più inquinanti del pianeta.
La canapa, tra i suoi infiniti utilizzi, potrebbe sostituire il cotone e dar vita a una filiera tessile ugualmente valida, se non di più, e altamente sostenibile. Infatti, la fibra di canapa è più lunga, più assorbente, resistente e isolante della fibra di cotone e la sua coltivazione richiede un uso contenuto di acqua (circa la metà rispetto al cotone) e di zero pesticidi, fitofarmaci e diserbanti.
Depura il suolo
Come dichiarato dal recente studio scientifico pubblicato da Elsevir, la canapa vanta importanti doti di fitodepurazione e "può ripulire i terreni inquinati" dove viene coltivata.
La canapa può infatti immagazzinare componenti inquinanti come metalli pesanti, limitando il suo accumulo alla parte sotterranea, ossia alle sue radici, cosicché la parte superiore composta da fusto e semi possa essere ugualmente impiegata per fini legati esclusivamente al settore industriale e non alimentare.
Una volta assorbite, le sostanze vengono o metabolizzate e trasformate secondo un processo chiamato "fitometabolizzazione" o stoccate, "fitodeposito", o addirittura recuperate, "fitoestrazione", come spesso accade con piombo, zinco e ferro.
Infine, la canapa è già stata ampiamente utilizzata per le sue doti di fitorisamento, a partire da Chernobyl in Ucraina, vittima del disastro nucleare che la colpì nel 1986, per le aree devastate dalle estrazioni minerararie del Guateng in Sudafrica, fino in Italia per i terreni inquinati della Campania, di Porto Marghera nel Veneto, in Puglia e nelle aree minerarie dismesse del Sulcis iglesiente in Sardegna.
Salva le foreste
Oggigiorno, sono tre i motivi principali per cui moltissime foreste vengono rase al suolo:
- per fare spazio ad allevamenti intensivi e per la coltivazione di cereali necessari per sfamare gli stessi animali condannati a morte certa;
- per la produzione di legna impiegata per riscaldarsi e per cucinare, soprattutto nei Paesi meno industrializzati;
- per la produzione di carta;
Ecco, la canapa potrebbe contribuire, a volte in parte a volte completamente, a mettere un punto definitivo a questa tradizione così nociva per la Terra e per tutte le specie che la abitano, noi essere umani compresi.
Partendo dal primo punto, i semi di canapa sono un alimento naturale e genuino, ricco di fibre e acidi grassi essenziali ma anche di vitamine e sali minerali, che, a differenza di gran parte degli alimenti di origine vegetale, sono ricchi di proteine che contengono tutti gli 8 aminoacidi essenziali fondamentali per la sintesi proteica.
Quindi una fonte di cibo molto più sana della carne che, in una dieta vegetariana, vegana, piuttosto che onnivora, occuperebbe un posto d'onore.
Passando al secondo punto, dalla canapa è possibile ricavare un materiale molto simile al legno, ma molto più resistente, economico e soprattutto ecologico. Che si è dimostrato perfetto per le nostre esigenze, senza il bisogno di dover distruggere perennemente foreste che hanno impiegato anche millenni per formarsi.
Infine dalla canapa, vista l'enorme produzione di cellulosa e la bassa percentuale di lignina, si ottiene anche una carta di qualità superiore rispetto a quella ricavata dagli alberi. La canapa inoltre può produrre da tre a quattro volte più fibre per ettaro. Fibra e legno già di colore bianco da cui si ottiene una carta già stampabile, senza l'impiego di composti chimici altamente dannosi utilizzati per sbiancare e trattare la carta ottenuta della fibra di legno.
È fonte inesauribile di energia rinnovabile
Per finire, la canapa è una fonte inesauribile di energia da biomassa, perfetta per ridurre il nostro attaccamento all'energia fossile. Dalla canapa infatti, come già intuì Henry Ford con la sua Hemp Body Car, si possono ricavare combustibili green a impatto zero sull'ambiente quali: bio-diesel e bio-etanolo di canapa.
Stessa cosa per la plastica. Dal report sul “Destino dei rifiuti di plastica in EU” dell’Agenzia europea dell’ambiente, leggiamo: “La produzione globale annuale di plastica è cresciuta in modo significativo negli ultimi decenni, raddoppiando tra il 2000 e il 2019 per raggiungere 460 milioni di tonnellate, e sembra destinata a triplicare da qui al 2060. Cifre ancora più sconfortanti se pensiamo che solo il 9% della plastica mondiale viene riciclata.
La bio-plastica di canapa è un'alternativa naturale, economica e qualitativamente migliore rispetto alla plastica a base di petrolio. Studi recenti hanno infatti constatato che la bio-plastica di canapa è 5 volte più rigida del poliprolipene e 2,5 volte più resistente.
Cosa ancora più importante, contrariamente alla plastica tradizionale che impiega dai 10 ai 30 anni per degradarsi, la bio-plastica di canapa si bio-degrada entro 3-6 mesi e, non essendo prodotta con combustibili fossili, durante la sua decomposizione non emette CO2.