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Il THC: Cos’è e Dove Si Trova.

  1. Cos’è il thc
  2. Differenza tra thc e cbd
  3. A cosa serve il thc: effetti e controindicazioni
  4. Come viene usato il thc
  5. Justmary e i suoi prodotti

Tutto quello che c’è da sapere sul THC: il significato, gli effetti, i benefici e la differenza con il CBD. Scopri di più su JustMary.fun

THC: una delle molecole più rilevanti nella pianta di canapa accanto al CBD.

Il significato letterale della sigla THC è tetracannabidiolo, conosciuto per le proprie proprietà psicoattive; inoltre, il THC o delta-9-tetraidrocannabinolo è uno dei principi attivi presenti nella cannabis sativa.

Il THC è il responsabile principale di quelli che sono gli effetti psicologici e psicoattivi determinati dall’assunzione della cannabis sativa. Questo perché il delta-9-tetraidrocannabinolo agisce direttamente sui recettori dei cannabinoidi presenti nel corpo umano, in particolare, nelle aree del cervello.

Il tetracannabidiolo ha una struttura chimica che gli permette di interagire con i recettori C1 e C2 diminuendo gli effetti dei composti psicoattivi presenti nella pianta di cannabis. Così facendo, il THC, se utilizzato nel giusto modo, può influenzare molti momenti della vita quotidiana, momenti variabili e soggettivi.

Il THC ha infatti effetti euforizzanti, molto utili contro la nausea. Ha azioni antiemetiche e anticinetosiche ed è ritenuto un importante aiuto nella stimolazione dell’appetito, oltre che nella riduzione della pressione oculare e nel controllo dell’aggressività.

Questa molecola è prevalentemente conosciuta come un solido cristallino vetroso di colore rosato se posto in forma pura e a temperature ridotte, se invece posto a temperature elevate la sua condizione muta diventando un composto viscoso e appiccicoso. I preparati in commercio si presentano invece tutti sotto forma di oli, liquidi oleosi che hanno un colore caratteristico giallo/marrone.

Differenza tra THC e CBD

Il THC e il CBD sono due dei principali cannabinoidi della cannabis, ma hanno effetti differenti sul corpo umano.

Il tetracannabinolo e il cannabidiolo se isolati possono produrre effetti opposti sull’organismo umano.

Il THC è infatti il principale responsabile dell’effetto psicoattivo della cannabis che provoca aumento dell’appetito o effetti sulla memoria a breve termine. Il CBD ha delle reazioni simili agli effetti collaterali causati da medicine. Viene utilizzato spesso per gli attacchi di panico, d’ansia e altre psicosi come paranoia, allucinazioni, deliri etc.

Nel corso degli anni sono stati effettuati diversi studi, sia per quanto riguarda il CBD che ad oggi viene impiegato per malattie degenerative come il Parkinson, l’Alzheimer o l’epilessia, sia sugli effetti di THC utilizzato a scopo medico con effetti positivi sui pazienti con HIV. L’uso eccessivo ne rende però illegale il consumo nella maggior parte del mondo. L’assunzione di THC è considerata legale se non viene superato lo 0,2% considerato come limite massimo secondo la legge 242/2016.

THC e CBD sono cannabinoidi naturali entrambi capaci di stimolare il nostro corpo anche se in modi completamente diversi e opposti. Entrambi stimolano il sistema endocannabinoide interagendo con i diversi recettori. Mentre il THC influisce con i recettori CB1 e CB2 stimolando la sensazione di piacere ed appetito, il CBD condiziona altri recettori riducendo così l’ansia e agendo positivamente sulla memoria.

Ad oggi, THC e CBD, pur trovandosi nella stessa pianta, si possono consumare solo se isolati in laboratorio. In commercio sono presenti diverse tipologie di cannabis light contenente un basso contenuto di THC e un alto contenuto di CBD, dagli oli, alle infiorescenze alle tisane.

Il THC adoperato nel lenire alcune sintomatologie legate agli spasmi muscolari, all’insonnia, al glaucoma, allo scarso appetito e come anche il CBD viene impiegato nella cura di convulsioni, dolori dovuti ad infiammazioni, psicosi e disturbi mentali.

A cosa serve il THC: effetti e controindicazioni

Il THC produce diversi effetti benefici e terapeutici soprattutto legati alla terapia del dolore e quindi a gravi patologie. È efficace nel trattamento di spasmi muscolari tipici della sclerosi multipla, nella cura della depressione, delle convulsioni, dei disturbi del sonno, della perdita dell’appetito o ancora nell’alleviare disturbi provocati dalla chemio e dalla radioterapia.

Molti studi scientifici hanno inoltre confermato la tesi secondo cui, l’impiego del THC nel trattamento di patologie come HIV e l’anoressia, ha dei risultati incredibili. Ciononostante, il connubio del principio attivo THC e dell’alcool provoca una strana sinergia che influisce in modo del tutto negativo sulla quotidianità. Di conseguenza, l’uso errato del THC può provocare un risultato dannoso e deleterio, al contrario se utilizzato con le opportune precauzioni e con le giuste dosi può stabilire degli effetti significativi per il corpo umano.

Ci sono anche delle controindicazioni derivanti dall’assunzione del THC, tra le più frequenti:

  • L’aumento della frequenza cardiaca
  • La perdita della concentrazione
  • Attacchi d’ansia
  • La perdita della memoria a breve termine
  • L’alterazione dei movimenti

Bisogna sottolineare però che il THC potrebbe causare queste controindicazioni ma che non causa morte. Anzi il THC è un cannabinoide che stimola il cervello umano apportando dei benefici eccezionali se usato con cautela.

Come viene usato il THC

Visti i risultati ottenuti dalle numerose ricerche scientifiche attuate nel corso degli anni, il THC viene impiegato nel settore medico per alleviare molte patologie, come:

  • La sclerosi
  • La sindrome di Tourette
  • Diversi disturbi provocati da malattie come l’HIV.

I diversi studi effettuati hanno inoltre sottolineato il fatto che il THC non provoca esiti fatali, ma non è stato ancora stabilito cosa possa provocare a lungo termine sul corpo umano. È certo però, che il THC influisce positivamente sul cervello umano, difendendolo dallo stress e dalle infiammazioni se utilizzato nelle giuste dosi. È inoltre stato provato che il THC stimola la creazione e l’aumento di cellule nervose nel processo di neurogenesi (processo di formazione di cellule nervose) se utilizzato un limite massimo dello 0,2% come stabilito dai limiti di legge 242/2016.

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