Decreto CBD stupefacente: il ricorso delle associazioni per fermarlo

In Notizie su Cannabis Legale, CBD, Popper droga legale 0 commenti

Appena una settimana. Il prossimo 7 agosto, per lo scontento delle aziende e dei consumatori, entra in vigore il decreto che inserisce i prodotti CBD per uso orale nella tabella dei medicinali stupefacenti. Ma le associazioni di settore sono pronte a fermarlo.

A confermarlo a DolceVita Magazine è Canapa Sativa Italia, che insieme all'ICI (Imprenditori Canapa Italia) presenteranno al più presto ricorso. Visto che "non ci sono prove su rischio d'abuso o effetto stupefacente".

Infatti, è molto probabile che il TAR sospenderà anche questo decreto, come ha fatto pochi mesi fa con un provvedimento praticamente identico.

CBD stupefacente ricorso associazioni

Il decreto potrebbe violare le normative UE

Come sentenziato dalla Corte di giustizia europea nel 2020, "Il CBD non può essere considerato uno stupefacente", perché "non risulta avere effetti psicotropi né effetti nocivi per la salute umana".

Una sentenza storica, che nero su bianco spiega che: "Uno Stato membro non può vietare la commercializzazione del cannabidiolo (CBD) legalmente prodotto in un altro Stato membro".

Inoltre, come sottolineato da Canapa Sativa Italia (CSI), "il decreto non è stato notificato al TRIS (Technical Regulation Information System), il sistema dell'Unione Europea che richiede agli Stati membri di notificare le nuove regolamentazioni tecniche prima della loro adozione. Questa omissione rappresenta un'ulteriore violazione delle procedure dell'UE, che mira a garantire la trasparenza e la coerenza delle normative tra gli Stati membri".

Cosa fare per bloccare il decreto sul CBD?

"Tutti gli operatori della canapa legale sono incoraggiati a inviare una denuncia alla Commissione Europea, segnalando la violazione del diritto dell'UE da parte del Governo italiano", dichiara CSI.

È semplicissimo, basta seguire questo link e compilare il modulo di segnalazione come illustrato.

"Un'azione collettiva dimostra l'importanza del settore e aiuta a garantire che le normative nazionali rispettino il diritto comunitario", conclude l'associazione.

Articoli Correlati