Sin dagli albori del proibizionismo, numerosi affermano che la cannabis possa far diventare "pazzi", ossia causare disturbi come psicosi o schizofrenia. Ma tutto questo è vero?
No, la cannabis non causa psicosi, o almeno non ci sono prove scientifiche che possano affermarlo o negarlo definitivamente. Il dibattito scientifico è ancora aperto ed essendo diversi gli esperti e gli studi effettuati, spesso arrivati a risultati differenti, occorre fare le giuste precisazioni.
Oggi andremo a vagliare le ricerche più valide e recenti in materia per poi trarne le conclusioni più accurate e le linee guida da seguire.
La relazione tra cannabis e psicosi: gli studi
La prima distinzione che occorre fare è tra cannabis ad alto contenuto di CBD e cannabis ricca di THC.
Partendo dalla seconda, uno studio scientifico dell’Università di Harvard, pubblicato nel 2013 sulla rivista Schizophrenia Research, ha evidenziato che "non è il consumo di cannabis in sé a causare le psicosi".
Il gruppo di ricercatori, guidato dalla professoressa di Psichiatria alla Harvard Medical School Lynn DeLisi, ha confrontato le storie familiari di 108 pazienti con schizofrenia e 171 persone senza schizofrenia per determinare se l’uso di cannabis abbia contribuito nello sviluppo del disturbo, concludendo che: episodi pregressi di schizofrenia in famiglia aumentano il rischio di sviluppare la malattia, indipendentemente dall’utilizzo o meno di cannabis.
Tutt'altra storia per la cannabis ricca di CBD. Cannabidiolo che si è dimostrato particolarmente efficace in campo terapeutico, anche come antipsicotico naturale.
La prima testimonianza arriva da uno studio del 2012, grazie a un gruppo di ricercatori che mise a confronto il CBD e l’amisulpride, un potente antipsicotico usato per trattare la schizofrenia.
Oltre a dei miglioramenti riscontrati in entrambe le casistiche, i risultati della ricerca evidenziarono le potenzialità del CBD nel trattamento della schizofrenia acuta, alla pari dell'antipsicotico tradizionale, senza però tutti i suoi effetti collaterali.
Nel 2014 infatti uno studio pubblicato sulla rivista Neuropsychopharmacology tornò ad indagare sulle proprietà del CBD come antipsicotico. Gli scienziati conclusero che: "Il composto può avere proprietà antipsicotiche", ma con dei vantaggi rispetto ai farmaci tradizionali, tra cui l'assenza di effetti collaterali evidenti.
Stessa conclusione a cui arrivarono nel 2017 alcuni ricercatori del King’s College di Londra: ossia che il cannabidiolo vanta buone capacità antipsicotiche senza però apportare gli effetti collaterali dei farmaci convenzionali, di cui il CBD ne è privo.
| Da leggere: "Il CBD ha effetti collaterali? Facciamo chiarezza"
Uso di cannabis e predisposizione alla psicosi
Pubblicato sulla rivista Psychiatry and Clinical Neurosciences e condotto da un gruppo di ricercatori provenienti da Australia, Europa e Regno Unito, uno tra gli studi più recenti in materia ha confermato che l'uso di cannabis non aumenta il rischio di sviluppare psicosi, anche nei soggetti che ne sono predisposti.
La ricerca, volendo valutare l'incidenza del consumo di cannabis in soggetti clinicamente a rischio, ha monitorato per circa due anni 334 individui ad alto rischio di sviluppare psicosi e 67 soggetti sani di controllo.
Nel follow-up, il 16,2% del campione clinico ad alto rischio ha sviluppato psicosi. Tra quelli che invece non hanno sviluppato psicosi, il 51,4% presentava sintomi persistenti e il 48,6% era in remissione. "Non c'era alcuna associazione significativa tra alcuna misura del consumo di cannabis al basale e la transizione alla psicosi, la persistenza dei sintomi o l'esito funzionale - hanno affermato gli autori, aggiungendo che questi risultati "contrastano con i dati epidemiologici che suggeriscono che l'uso di cannabis aumenta il rischio di disturbi psicotici".
Consumare cannabis in caso di psicosi
Una ricerca del 2016 pubblicata da The Lancet si è concentrata sugli effetti del consumo regolare di cannabis rispetto a quello interrotto dopo l'insorgenza delle psicosi.
Analizzando le prove disponibili finora i ricercatori hanno concluso che ridurre il consumo di cannabis sia necessario, in quanto: "l'uso continuato di cannabis dopo l'insorgenza della psicosi prevede esiti avversi, inclusi tassi di ricaduta più elevati, ricoveri ospedalieri più lunghi e sintomi positivi più gravi rispetto alle persone che interrompono l'uso di cannabis e a coloro che non ne fanno uso".
La cannabis può causare disturbi psicotici?
Basandoci sulle ricerche condotto finora, e in attesa di nuove che possano chiarire definitivamente la relazione tra cannabis e psicosi, possiamo concludere che:
- è meglio non consumare cannabis in età adolescenziale, ossia quando il nostro cervello non si è ancora completamente sviluppato;
- il CBD è un prodotto sicuro dagli importanti effetti antipsicotici, che però non presenta gli effetti collaterali dei farmaci convenzionali;
- non ci sono prove scientifiche definitive che associno il consumo di cannabis con THC all'aumento del rischio di psicosi, neppure tra i soggetti geneticamente predisposti;
- infine, è sconsigliato il consumo di cannabis ad alto THC alle persone che hanno già sviluppato disturbi psicotici.